Domenica 31 Luglio
ore 21:30
Installazione artistica di Giulia Gazza e Francesco Romanelli
Via Murat Art Container
A conclusione della settimana in residenza a Palagiano con "2°Piano Art Residence"
la restituzione di immagini, suoni e suggestioni.
L'Arte aiuta a conoscerci meglio e ad apprezzare il vero senso delle cose. Come lo fa? Stimola risposte, cerca domande, restituisce impressioni, invita alla riflessione, utilizza lo scambio, lo trasforma in conoscenza, riflette significati, permette di raccontarsi. E così, una settimana per le vie di Palagiano diventa:
/ La pace duratura è il vero profitto /
di Giulia Gazza e Francesco Romanelli
<< Il maestro
Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace, vè la do non come la dà il mondo (Giov. 14,27).
Tutti bramano la pace, ma non tutti si procurano i mezzi per conseguirla davvero. La mia pace sta con gli umili e i mansueti di cuore; e la tua pace consisterà in una costante pazienza. Se tu mi ascolterai e metterai in pratica il mio insegnamento potrai godere di una grande pace.
Il discepolo.
2. - E allora che cosa devo fare? >>
Imitazione di Cristo - Capo XXV - La pace duratura e il vero profitto
In valigia: un cappello a cono di paglia, Dou lì (cappello di bambù) così chiamato in Cina, un cappello all'uncinetto di cotone rosso, due taccuini e diverse macchine fotografiche analogiche e no per catturare al meglio le impressioni visive che il paese ci ha offerto durante le nostre lunghe passeggiate. Le foto, impressioni visive che ci hanno dato la possibilità di analizzare e riflettere su ciò che abbiamo sentito, visto, colto.
Nostro obiettivo: esplorare (cartina in mano) il paese in tutti i suoi quartieri. E per una settimana è stato ciò che abbiamo fatto, camminare e camminare per raccogliere impressioni, sensazioni, appuntarle con la penna e catturarle con gli scatti fotografici. Le nostre riflessioni e tutto il materiale raccolto, come anche semplicemente il tempo passato nel paese, con le persone del posto, i loro racconti, la loro accoglienza ci hanno portato a restituire un lavoro che potesse in qualche modo riassumere le nostre suggestioni.
Così il cappello Dou lì che ha protetto Francesco dal forte calore estivo durante le passeggiate, ora accoglie i clementini, non ancora maturi, raccolti da alberi cittadini. Posati sul tavolo in legno anche dei fiori di zagara ricamati, infiorescenze che quasi cercano di sfuggire, celandosi e confondendosi nel bianco del cotone da cui prendono vita. Poi, la proiezione di un' immagine fissa e la ripetizione sonora di una litania entrambe catturate nelle chiese del paese. Il cappello, i clementini, il ricamo, la litania e la fotografia, segni di un tempo passato ad abitare un paese nuovo, Palagiano. L'indefinitezza, il comun denominatore tra i singoli elementi. I frutti non ancora maturi, non ancora totalmente frutti, come i fiori ricamati. Ci sono ma non sono ancora pronti. Ci sono ma non troppo. Un po' come il luogo. Uno spazio che non ancora pronto, sta ospitando già le sue prime infiorescenze con impegno e dedizione. Uno spazio che con il tempo (ma non troppo) diventerà un luogo da vivere, da conoscere e da abitare.
Il lavoro così riflettuto diventa una sorta di preghiera. Una preghiera per una maggiore consapevolezza per ciò che avendo sempre sotto il proprio sguardo diventa banale e che solo gli occhi puri, digiuni di tale cosa possono riportare alla luce.
Ora, non ci resta che rispondere alla domanda del discepolo. Ma anche il semplice porsela è un buon inizio.
Giulia Gazza e Francesco Romanelli