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2°Piano#Cura | #8 - Intervista a Silvia Trappa


INTERVISTA “2° PIANO #Cura” 2017

Chiacchierata “al volo” con Silvia Trappa

  • Qual è il momento esatto che ha segnato il tuo modo di osservare e creare?

Il mio primo viaggio in Giappone e l’incontro con il Prof. Miki Toshiaru. In quei 6 mesi pur essendo all’interno di un’aula ho potuto sperimentare liberamente, senza timore del giudizio o delle aspettative altrui; scoprendo che il lato più ironico e leggero del mio lavoro poteva essere una buona chiave di lettura per raccontare, e a volte criticare, il mondo intorno a me.

  • Coinvolgere una piccola comunità facendole ritrovare ciò che era perduto, cosa ha alimentato?

Un tempo l’idea di comunità e condivisione sopravviveva nei piccoli centri, oggi va via via svanendo anche lì. Paradossalmente comunichiamo con persone dall’altra parte del mondo e non con il nostro vicino di casa. Un progetto artistico come Memory Cubes può ravvivare quel senso di appartenenza: le storie degli abitanti di un piccolo centro sono intrecciate tra loro, rievocando i ricordi famigliari dei singoli si finisce inevitabilmente per avere una panoramica della vita passata dell’intera comunità.

  • Obiettivo di “2° Piano Art Residence” è l’arte del dialogo, un arte dell’interazione… Con tutta la cultura visibile, gli artisti si sono separati dalla società o sono a favore di una comunicazione completa?

Credo che l’arte debba essere lo specchio del tempo in cui vive ed è quindi inevitabile che si evolva e si sviluppi seguendo anche i nuovi metodi di comunicazione.

Silvia Trappa e Andrea Moscardi | Memory Cubes, tecnica mista, installazione ambientale, part., "2°Piano#3", 2017

  • Un'artista deve poter dominare i suoi sensi e la sua coscienza per poter creare?

In parte. Per quel che mi riguarda il conscio e l’inconscio sono egualmente importanti, c’è sempre un momento nel processo creativo in cui lo studio e la preparazione tecnica lasciano spazio al gesto e talvolta al caso.

  • Quali sono i caratteri della nuova cultura in rapporto all’arte del passato?

Personalmente trovo nell’arte del passato e nelle tradizioni in generale una grande fonte di ispirazione, e molte volte le rielaboro in chiave contemporanea per raccontare qualcosa di attuale. Bisogna però ammettere che in Italia c’è anche una sorta di fossilizzazione nei confronti dell’arte storica che non aiuta e non lascia molto spazio alla sperimentazione e al lavoro dei giovani artisti.

  • Un suggerimento per migliorare e considerazioni sulla tua esperienza con “2° Piano Art Residence”

L’esperienza è stata positiva, e nonostante le prime difficoltà la comunità ha poi risposto bene al progetto, rendendosi più che disponibile. Oltre che un’occasione di scambio e di condivisione la residenza è un momento di full immersion nel lavoro.

Grazie per le tue risposte

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